giovedì 31 marzo 2011

Obiettività o pregiudizio?

Pervenire ad un futuro sostenibile richiede diverse modifiche al nostro modo di incidere sulla terra. Alcuni problemi si riveleranno meno gravi, e altri più gravi, di quanto crediamo oggi. Non vi è dubbio che certi aspetti siano ancora da scoprire e che gli argomenti a cui andremo incontro continueranno a suscitare forti emozioni tra la popolazione, con l'accentuazione o nascita di nuovi schieramenti a volte contrapposti tra di loro.

Talvolta i sostenitori dei due schieramenti si lasciano trascinare e tentano di persuadere e influenzare gli interlocutori ricorrendo a pregiudizi invece che dati di fatto. Il pensiero critico richiederebbe invece che le conclusioni si basino sull'evidenza oggettiva di dati oggettivi: i pregiudizi e le inclinazioni personali pro o contro una data conclusione sono un serio ostacolo al pensiero critico.

Riuscire ad individuare un pregiudizio permette ad una persona di stabilire se un'affermazione viene presentata in modo obiettivo. Un indizio sulla reale obiettività di un'affermazione risiede nel linguaggio scelto dal soggetto: molte parole presentano connotazioni positive o negative che rispecchiano emozione anziché obiettività. Un altro indizio lo si può cercare sulle tecniche visive di come un argomento viene rappresentato (un'immagine “forte” resta impressa meglio nella mente).

Esempi:

Autore A: nonostante l'isterismo di qualche pseudoscienziato, non vi è ragione di credere al riscaldamento globale.

L'autore in questo caso mira a convincere utilizzando un linguaggio che mette in ridicolo la posizione di chi considera il riscaldamento globale una minaccia reale. Potrebbe mai venire preso sul serio uno pseudoscienziato tanto più se dimostra isterismo? Questo lessico dalla forte carica emotiva mina la credibilità della posizione contraria, giacchè implica che solo gli sciocchi credono all'idea del riscaldamento globale.

Autore B: Con il crollo del marxismo, l'ambientalismo è divenuto il nuovo rifugio del pensiero socialista. L'ambiente rappresenta un'ottima via per sostenere un'azione politica che favorisce l'accentramento dei poteri e l'invadenza del governo. Quale modo migliore per limitare il diritto alla proprietà di qualcuno che subordinarne il diritto alla proprietà privata ai problemi ambientali?

Questo autore tenta di sminuire i problemi ambientali non con i fatti, ma collegandoli ad un'ideologia politica. Marxismo e socialismo sono espressioni altamente negative per il pubblico a cui è rivolto l'articolo. L'autore mira ad influenzare l'opinione dei lettori sottintendendo che la preoccupazione per l'ambiente equivale ad accettare una fede politica odiosa.


Ma se i pregiudizi personali sono facili da scrivere su un giornale o una rivista, è ancora più facile associare immagini “forti”, che nulla hanno a che fare con la realtà, in modo da orientare e in qualche caso spaventare il destinatario.

Guardate queste immagini in basso come rappresentano un organismo vegetale modificato geneticamente. Sono immagini senz'altro forti, che colpiscono immediatamente chi le guarda, sviandolo dal ragionamento critico. Giocando sull'emotività delle immagini si riesce a trasmettere il concetto ideologico che l'autore vuole dare, ma non quello scientifico, oggettivo.

Tutti hanno pregiudizi. Sono parte della nostra struttura concettuale, che, a sua volta è radicata nel nostro tessuto di conoscenze, esperienze passate, interessi acquisiti. Sta a noi valutare se un argomento è trattato in modo critico oppure no.

(Per scrivere questo post, ho preso spunto dal libro "fondamenti di ecologia" degli autori Cunningham W.P., Cunningham M.A., Saigo B.V., pag 350.)





mercoledì 23 marzo 2011

A proposito di energia nucleare

Quando avviene un incidente presso una centrale nucleare è certamente una catastrofe: specialmente nel raggio di circa 60-70 km prossimo all'incidente la devastazione è pressoché totale e non rimediabile. Abbiamo un esempio concreto guardando quello che è successo a Cernobyl, dove il rischio per la salute rimane ancora elevato dopo la bellezza di ben 25 anni!

Anche il Giappone in questi giorni ci dimostra come una tecnologia tanto utile come può essere la fissione nucleare possa portare a gravi problemi quando condizioni estreme si abbattono sulla centrale.

Tuttavia, anche se può apparire strano parlarne in un momento come questo, le centrali nucleari sono sinonimo di sicurezza ed efficienza uniti insieme. E' un esempio che ricalca un po' quello dell'aereo: è il mezzo più sicuro ed efficiente per gli spostamenti, anche se quando c'è un incidente, questo potrebbe portare a drammatiche conseguenze, probabilmente più gravi degli altri mezzi di trasporto.

L'Europa, che si interroga sul il nucleare, vive del 33% della produzione elettrica da centrali nucleari, le quali hanno sorpassato il carbone (30%). Segue la produzione di gas al 20%, idroelettrico 11%, fonti rinnovabili solo al 2%! Mi sembra chiaro che in questo momento non si possa fare a meno dell'energia nucleare in Europa, a meno che non vogliamo fare razionamenti di elettricità nelle nostre case, nelle fabbriche e così via.

Ci tengo a ribadire, inoltre, che è certamente vero che le centrali nucleari hanno come prodotti di scarto le scorie nucleari, ma il carbone ha come scarto i ben più pericolosi gas ad effetto serra, che nel nostro pianeta, per colpa dell'uomo, hanno superato già da anni il livello di guardia, con tutte le implicazioni che essi comportano.

Pur con tutta la buona volontà che si può attribuire alle fonti rinnovabili queste non possono sostenere i nostri consumi attuali. Con questo non voglio affossare l'energia “pulita”, anzi, mi sembra chiaro che questa vada in tutti i modi incentivata, in modo che quel misero 2% odierno arrivi almeno al 15-20% tra non troppi anni! (il contrario, insomma, di quello che sta facendo il nostro governo).

Da citare come esempio è la Germania, che avendo le centrali nucleari sta investendo massicciamente, già da anni, sulle fonti rinnovabili, in modo da arrivare a chiudere gradualmente il nucleare rimasto sul suo territorio, rimanendo in grado di dare energia (oggi come domani) a tutti i suoi abitanti.

A mio parere dovrebbe intervenire in modo più deciso l'Europa, come Unione Europea, su temi estremamente importanti come l'energia. Innanzi tutto per discutere a livello europeo sul destino delle centrali nucleari, sulla loro messa in sicurezza, sul loro abbandono. Perchè se non è un tema di portata comunitaria questo non vedo quale altro lo sia, dato che se c'è un incidente ne risente bene o male tutta l'Europa e dato che l'energia prodotta in un Paese della comunità è spesso venduta a chi ne ha bisogno.

Bisognerebbe applicare in modo più concreto il concetto che non basta soddisfare il fabbisogno energetico del proprio territorio, ma bisogna soddisfare anche requisiti di rispetto dell'ambiente e della popolazione: quindi puntare al soddisfacimento del bisogno di energia utilizzando il più basso impatto ambientale possibile.

Il nucleare dovrebbe venire visto quindi come una fonte di produzione d'energia di transizione dal carbone alle rinnovabili. A tempo determinato. Chi non si adegua a certi parametri (emissioni di CO2, produzione di scorie radioattive, ecc.) entro un certo periodo, dovrebbe essere costretto a chiudere i propri impianti (nucleari e non) e quindi non avere più a disposizione l'energia necessaria a sostenere il proprio Paese, o dovrebbe comperarla a caro prezzo da qualcuno che rispetti tutti i parametri prefissati., sempre che questi, nel frattempo, abbiano un surplus di energia da vendere!