mercoledì 23 marzo 2011

A proposito di energia nucleare

Quando avviene un incidente presso una centrale nucleare è certamente una catastrofe: specialmente nel raggio di circa 60-70 km prossimo all'incidente la devastazione è pressoché totale e non rimediabile. Abbiamo un esempio concreto guardando quello che è successo a Cernobyl, dove il rischio per la salute rimane ancora elevato dopo la bellezza di ben 25 anni!

Anche il Giappone in questi giorni ci dimostra come una tecnologia tanto utile come può essere la fissione nucleare possa portare a gravi problemi quando condizioni estreme si abbattono sulla centrale.

Tuttavia, anche se può apparire strano parlarne in un momento come questo, le centrali nucleari sono sinonimo di sicurezza ed efficienza uniti insieme. E' un esempio che ricalca un po' quello dell'aereo: è il mezzo più sicuro ed efficiente per gli spostamenti, anche se quando c'è un incidente, questo potrebbe portare a drammatiche conseguenze, probabilmente più gravi degli altri mezzi di trasporto.

L'Europa, che si interroga sul il nucleare, vive del 33% della produzione elettrica da centrali nucleari, le quali hanno sorpassato il carbone (30%). Segue la produzione di gas al 20%, idroelettrico 11%, fonti rinnovabili solo al 2%! Mi sembra chiaro che in questo momento non si possa fare a meno dell'energia nucleare in Europa, a meno che non vogliamo fare razionamenti di elettricità nelle nostre case, nelle fabbriche e così via.

Ci tengo a ribadire, inoltre, che è certamente vero che le centrali nucleari hanno come prodotti di scarto le scorie nucleari, ma il carbone ha come scarto i ben più pericolosi gas ad effetto serra, che nel nostro pianeta, per colpa dell'uomo, hanno superato già da anni il livello di guardia, con tutte le implicazioni che essi comportano.

Pur con tutta la buona volontà che si può attribuire alle fonti rinnovabili queste non possono sostenere i nostri consumi attuali. Con questo non voglio affossare l'energia “pulita”, anzi, mi sembra chiaro che questa vada in tutti i modi incentivata, in modo che quel misero 2% odierno arrivi almeno al 15-20% tra non troppi anni! (il contrario, insomma, di quello che sta facendo il nostro governo).

Da citare come esempio è la Germania, che avendo le centrali nucleari sta investendo massicciamente, già da anni, sulle fonti rinnovabili, in modo da arrivare a chiudere gradualmente il nucleare rimasto sul suo territorio, rimanendo in grado di dare energia (oggi come domani) a tutti i suoi abitanti.

A mio parere dovrebbe intervenire in modo più deciso l'Europa, come Unione Europea, su temi estremamente importanti come l'energia. Innanzi tutto per discutere a livello europeo sul destino delle centrali nucleari, sulla loro messa in sicurezza, sul loro abbandono. Perchè se non è un tema di portata comunitaria questo non vedo quale altro lo sia, dato che se c'è un incidente ne risente bene o male tutta l'Europa e dato che l'energia prodotta in un Paese della comunità è spesso venduta a chi ne ha bisogno.

Bisognerebbe applicare in modo più concreto il concetto che non basta soddisfare il fabbisogno energetico del proprio territorio, ma bisogna soddisfare anche requisiti di rispetto dell'ambiente e della popolazione: quindi puntare al soddisfacimento del bisogno di energia utilizzando il più basso impatto ambientale possibile.

Il nucleare dovrebbe venire visto quindi come una fonte di produzione d'energia di transizione dal carbone alle rinnovabili. A tempo determinato. Chi non si adegua a certi parametri (emissioni di CO2, produzione di scorie radioattive, ecc.) entro un certo periodo, dovrebbe essere costretto a chiudere i propri impianti (nucleari e non) e quindi non avere più a disposizione l'energia necessaria a sostenere il proprio Paese, o dovrebbe comperarla a caro prezzo da qualcuno che rispetti tutti i parametri prefissati., sempre che questi, nel frattempo, abbiano un surplus di energia da vendere!

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