venerdì 31 ottobre 2008

Tutto quello che avreste desiderato sapere sui licheni...e non avete mai osato chiedere!


Questi organismi che sto studiando in questi anni, i licheni, hanno particolarità che forse poche persone conoscono.
Prima di elencare qualche curiosità su questi organismi bisogna ricordare che essi sono una simbiosi tra un'alga ed un fungo. Ovvero queste due entità nel corso dell'evoluzione si sono messe insieme per poter vivere meglio che se lo facessero ognuno per conto suo. Grazie a questa simbiosi il fungo ricava carboidrati dal suo partner algale (che, dotato di clorofilla, è capace di svolgere la fotosintesi) proteggendolo in cambio dal disseccamento e dalle eccessive irradiazioni luminose e rifornendolo di acqua e sali minerali. La simbiosi tra alga e fungo dev'essere particolarmente favorevole visto che i licheni riescono a crescere praticamente dappertutto: possiamo infatti ritrovarli sui muri, come sugli alberi, sulle rocce e nelle zone tropicali anche sulle foglie.
I licheni, oltre a rappresentare un buono strumento per il biomonitoraggio, hanno altre svariate peculiarità di cui vado ad elencare alcune (informazioni tratte dalla Società Lichenologica Italiana).

Primo: sono utilizzati in campo farmaceutico. Ad oggi si conoscono circa 600 tipi di sostanze prodotte dai licheni ed alcuni di questi composti sono utilizzati in farmacopea per le loro proprietà antibiotiche, antitumorali, antimutagene ed inibitorie della crescita di altri organismi. Ad esempio gli antibiotici Evosin e Usniplant, ricavati da licheni del genere Usnea e Parmelia, sono utilizzati in campo dermatologico per combattere infezioni causate da streptococchi e stafilococchi. Il medicinale Paramicina, ricavato da licheni del genere Parmelia, è usato per la cura di forme avanzate di tubercolosi nell’uomo.
In tempi recenti è stato estratto un carboidrato da Umbilicariaceae che sembra aver notevoli capacità inibitorie sullo sviluppo dell'HIV.

Secondo: in campo economico sono e sono stati ampiamente utilizzati. Nel settore della profumeria e della cosmesi si utilizzano da molto tempo i licheni Pseudoevernia furfuracea ed Evernia prunastri per ricavare sostanze odorose ed oli per lozioni.
Altri impieghi in ambito economico sono focalizzati sui generi Cetraria e Roccella che soprattutto in passato venivano raccolti in grandi quantità e commerciati in tutto il mondo per la colorazione dei tessuti.

Infine i licheni possono venire impiegati anche a scopo alimentare: infatti non solo le renne se ne nutrono, ma anche l'uomo. E' il caso della specie Lecanora esculenta che viene raccolta in Iran per produrre una farina di lichene dalla quale si ricava un pane nominato “shirsad”. Mentre Umbilicaria è utilizzata in Giappone per produrre un piatto particolare denominato “iwataka” (fungo fiorito), considerato una vera prelibatezza!

venerdì 21 marzo 2008

Le scie chimiche: lampante dimostrazione dell'ignoranza scientifica


Che l'Italia ricoprisse uno dei primissimi posti per quanto riguarda l'ignoranza in materia scientifica non è certo una novità. L'idea del complottismo, poi, genera, specie negli italiani, morbose fantasie degne dei più intraprendenti romanzi gialli.
Solo con questi due elementi riesco a spiegarmi il crescente interesse verso un fenomeno (che di strano non ha proprio nulla se non forse il nome) come le scie chimiche.
Da qualche tempo infatti non solo bizzarri personaggi ipotizzano cospirazioni militari visibili appunto dalle scie chimiche, ma anche trasmissioni che si definiscono scientifiche (!!!) o vorrebbero essere tali ne danno una buona rilevanza.
Riporto velocemente per i profani cosa si intende per scie chmiche o contrails in meteorologia e lo faccio citando il Col. Giuliacci (l'intero articolo lo trovate qui ):
"alla quota di 8-10 km la temperatura dell’aria è intorno a 40-45 gradi sotto zero per cui le microscopiche goccioline d’acqua rilasciate dal bruciatore dell’aereo condensano istantaneamente in una miriade di minuscoli aghetti di ghiaccio, resi poi visibili appunto da una sottile scia nuvolosa. Le condizioni ideali per il verificarsi del fenomeno sono quelle nelle quali l’atmosfera circostante è già di per se molto umida cosicché la scia stenta a evaporare e quindi resiste nel cielo anche per 1-2 ore. Se poi a quelle quote c’è anche un forte vento, la scia nuvolosa tende ad essere sparpagliata lateralmente e quindi assume anche notevoli dimensioni nel verso laterale. Sotto tali condizioni meteorologiche, lungo alcune aerovie o incrocio di aerovie commerciali oggi particolarmente affollate è ovvio che, il frequente passaggio di aerei (uno, ogni 3-4 minuti), lascerà, nell’arco di 1-2 ore, una ragnatela di moltissime scie. Lo stesso effetto potrebbe essere prodotto dall’affollamento domenicale di aerei nei cieli prossimi agli aeroclub. Ma vi è anche un’altra modalità per la genesi delle scie di condensazione. Se l’atmosfera è oltremodo umida, allora l’aria che viene a contatto con il bordo d’attacco dell’ala si spezza lateralmente in due parti le quali, scorrendo poi lungo la superficie curva della fusoliera, sono costrette ad accelerare. Ma tale accelerazione provoca una rapida espansione dell’aria in movimento attorno all’aereo, con conseguente raffreddamento della medesima. Il rapido raffreddamento a sua volta fa condensare immediatamente la forte umidità sotto forma di una densa scia nuvolosa. Infine nulla vieta di pensare che molti appassionati del volo libero, per esibizionismo, possano far uso delle stesse innocue sostanze impiegate dalle nostre Frecce tricolori per disegnare in cielo i colori della nostra bandiera."

Questo, unito ad una elementare preparazione scientifica, dovrebbe già bastare a far cadere nel dimenticatoio le strane osservazioni e le interpretazioni che qualcuno vuol dare.
Notizie molto dettagliate che fanno crollare miseramente idee di complotto ce ne sono molte altre sparse nel web, quelle più approfondite e più chiare potete trovarle qui.

Comunque non voglio dilungarmi a spiegare perchè le scie chimiche siano bufale, perchè penso che chiunque abbia un po' di razionalità riesca ad arrivarci da solo. Ma voglio riflettere e farvi riflettere di come nel nostro Paese si dia importanza a notizie di questo calibro, invece di affrontare temi scientifici molto più importanti e che nei prossimi anni ci cadranno addosso come macigni, ovvero: l'acqua, l'energia, gli OGM. Questo è il vero futuro con cui l'uomo dovrà misurarsi e non certo con deliranti ipotesi come le scie chimiche.
Perchè per questi argomenti non c'è spazio? Perchè la cultura scientifica è sempre minore invece di aumentare? Perchè le invenzioni di qualcuno senza alcun tipo di formazione scientifica deve far più parlare di qualcun altro che ha speso la sua vita a studiare questi argomenti?


giovedì 21 febbraio 2008

Sempre sul biomonitoraggio


Un'altra pianta utile al fine del bimonitoraggio è il muschio. Infatti queste piante sono in grado di "mangiare" e di trattenere all'interno dei loro tessuti i metalli pesanti, ovvero quegli elementi chimici presenti in atmosfera (introdotti in special modo dalle attività umane), che costituiscono un problema sia per l'ambiente ma anche, e soprattutto, per l'uomo.
Le tecniche per verificare quanti e quali metalli pesanti sono presenti all'interno del muschio sono più difficili rispetto al biomonitoraggio effettuato tramite licheni. Questo non tanto perchè servano delle conoscenze specifiche, ma perchè servono strumenti e reagenti che si possono ritrovare solo in strutture specializzate come le università o i laboratori chimici. Infatti i muschi, al contrario dei licheni, devono essere prelevati dalla zona in cui si intende verificare lo stato dell'aria e successivamente si devono utilizzare delle sostanze acide al fine di estrarre dal tessuto del muschio i metalli in esso contenuto. La soluzione che si ottiene deve essere poi analizzata con uno strumento (che generalmente è lo spettrofotometro) per verificare la concentrazione del metallo pesante ricercato.
In natura esistono molte varietà di muschio: da quello che tappezza il sottobosco, a quello che cresce sugli alberi, a quello che cresce sui muretti delle case. Generalmente per ottenere dati omogenei si utilizza una sola specie di muschio che, inoltre, deve essere asportata dall'ambiente in cui si trova solo quando cresce in determinate condizioni (ad es. non si prelevano muschi che crescono al bordo della strada, perchè questi, come si può facilmente intuire, sono fortemente condizionati dagli scarichi delle macchine).
Sia i muschi che i licheni risultano essere molto utili per il monitoraggio ambientale essenzialmente perchè non hanno costi di installazione e si possono ritrovare facilmente in ogni città e ambiente che si vuole analizzare.

martedì 19 febbraio 2008

Licheni questi sconosciuti!



Avete mai fatto attenzione alle cortecce degli alberi? Sembrano costituite da solo legno, ma in realtà se si guarda con attenzione in alcuni titpi di alberi si possono scorgere degli organismi vegetali chiamati licheni.
La loro denominazione corretta sarebbe licheni epifiti, appunto perchè crescono su un altro organismo, in questo caso la corteccia dell'albero. Ebbene i licheni, pur essendo difficili da individuare e, soprattutto, riconoscere dagli occhi delle persone non esperte, possono fornirci molte indicazioni sullo stato dell'aria delle nostre città! Questa tecnica è chiamata biomonitoraggio, perchè appunto utilizza organismi viventi (bio = vita) per monitorare la qualità dell'aria.
Il principio fondamentale alla base di questa tecnica è che una minore presenza di licheni sulla superficie del tronco corrisponde ad una qualità dell'aria scadente. Infatti i licheni sono sensibili ai gas inquinanti presenti nelle città, soprattutto all'anidride solforosa e agli ossidi di azoto.
Quindi quando siete in un parco o lungo un viale alberato, buttate un occhio su qualche albero per vedere se riuscite a scovare qualche lichene come quello rappresentato in fotografia. Più licheni riuscite a vedere, più l'aria delle vostre città è salubre!