giovedì 4 marzo 2010

Linux e la sostenibilità ambientale

Molte persone potrebbero chiedersi cosa hanno in comune la sostenibilità ambientale del nostro pianeta e il mondo dell'informatica.
Partiamo da un punto essenziale: per arrivare ad una sostenibilità ambientale o uno sviluppo sostenibile (che tanto si sente parlare ma quasi mai si capisce che cosa s'intenda) non servono 5 o 6 ragazzi aderenti a greenpeace, o qualche altra ancor più fantasiosa associazione ambientalista, che sparge volantini o liberano animali detenuti nel cuore della notte, e non è neppure sufficiente che mentre qualcuno s'impegni nel nome della salvaguardia dell'ambiente, anche con tutte le sue forze e la sua buona volontà, tutti gli altri che ti circondano compiano azioni in direzione contraria.
Per poter raggiungere uno sviluppo sostenibile non c'è altra via che TUTTI i settori della società corrano in un solo senso di marcia, ed è proprio per questo che è così difficile da realizzare. A tutti importa dell'ambiente in cui vivono, e magari non solo di facciata, ma quando bisogna cambiare il modo di ragionare, cambiare le proprie abitudini, o avere una visione di tornaconto economica a distanza (e non del tutto e subito) allora cominciano i problemi, gli altolà, gli accordi presi a metà, i compromessi e via dicendo. In questo modo il risultato non può che essere insoddisfacente rispetto a quello che si intende realizzare.
Anche l'informatica è un settore che può contribuire al raggiungimento dello sviluppo sostenibile. Un termine meno conosciuto di "sviluppo sostenibile" è il termine RAEE, che significa Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche. I principali problemi derivanti da questo tipo di rifiuti sono la presenza di sostanze considerate tossiche per l'ambiente e la non biodegradabilità di tali apparecchi. La crescente diffusione di apparecchi elettronici determina un rischio sempre maggiore di abbandono nell'ambiente, o in discariche e termovalorizzatori, con conseguente inquinamento del suolo, dell'aria, dell'acqua e con le inevitabili ripercussioni sulla salute umana. Un'apparecchiatura informatica, infatti, è un insieme complesso di molti materiali, alcuni dei quali pericolosi come il piombo e alcuni metalli, senza contare le plastiche che occupano un ruolo dell'oltre 21%.
Aggiungo che in Europa non si sa dove va a finire il 75% dei rifiuti tecnologici, nonostante la recente entrata in vigore delle nuove norme europee sullo smaltimento dei rifiuti elettrici ed elletronici, e c'è chi ha denunciato che questi possano finire in alcuni paesi africani, come il Ghana, che ricevono i nostri rifiuti come "beni di seconda mano" al fine di ricavare metalli come il rame e l'alluminio per poi rivenderli sul mercato.
Iniziative tese a contrastare questo fenomeno sono state ovviamente prese, come il decreto che regolamenta i RAEE, attribuendo ai produttori e agli importatori la responsabilità di finanziare e organizzare riciclaggio e smaltimento. A regime il decreto prevede che il venditore ritiri gratuitamente il vecchio apparecchio quando il cliente ne acquista uno nuovo. Dal punto di vista ecologico, è altrettanto importante la lunga durata delle apparecchiature, al fine di produrre meno rifiuti possibili e di risparmiare materie prime. E a questo punto, forse, l'allusione iniziale su linux comincia chiaramente a svelarsi. C'è bisogno, infatti, di cambiare computer ogni volta che viene distribuito un nuovo sistema operativo più potente ? e, ad ogni modo, anche se sono orientato sui sistemi operativi commerciali, che, solitamente fanno spendere un sacco di soldi ogni volta che devono essere aggiornati e a volte costringono a cambiare computer (anche perchè, magari, il mio pc è talmente rallentato da spyware, malware e quant'altro che non riesco più ad accenderlo...bella sicurezza!) devo per forza buttare nel cestino il "vecchio" pc?














Bisognerebbe informare meglio che con i sistemi operativi aperti, come linux, si possono utilizzare tranquillamente programmi che consentono le operazioni quotidiane più comuni: navigazione in internet, calcolo su fogli elettronici, stesura di testi, email ecc. e che questi non hanno la finalità economica di farci cambiare computer, con conseguente risparmio sia delle nostre tasche, che delle risorse ambientali. Ma per chi non ne vuole proprio sapere di linux, forse è importante conoscere che proprio a Ferrara, ma penso anche in altre città, c'è un progetto (riciclopc: http://www.riciclopc.it/) per il recupero di pc ormai considerati troppo obsoleti per il software proprietario ma in realtà ancora in grado di dare ottime prestazioni utilizzando sistemi operativi open source e programmi di libera e gratuita distribuzione.
La sostenibilità dell'ambiente passa anche dalla tecnologia informatica e, in questo caso, da linux.

Nessun commento: